Il tempo oggi è variabile, un po di sole, un po di pioggia ma nel complesso discreto. Anche la strada è migliorata, molto più bella rispetto a ieri, circa 200 km di sterrato bellissimo che consente di viaggiare agevolmente a 70/80 km orari. Rettilinei, curve, salite e discese con tornanti a volte strettissimi immersi in una natura selvaggia e rigogliosa.
La moto di Michele però va a singhiozzo come se non arrivasse benzina poi ad un certo punto si spegne e non parte più. Siamo in mezzo al nulla a 40 km dall'abitato più vicino e senza segnale telefonico. Mentre mi sto preparando a partire per raggiungere il prossimo pueblo passa una macchina dei Carabineiros ai quali chiediamo informazioni in merito alla possibilità di trovare aiuto nelle vicinanze. Confermandoci che bisogna raggiungere il prossimo paese, si offrono di mandarci un camion per recuperare la moto. Voglio però parlare prima con Sonia quindi mi danno un appuntamento alla caserma di Villa Maniguales per telefonare e dove un loro collega, avvisato via radio, mi potrà dare una mano in caso di necessità.
Raggiunta la caserma riesco a parlare con un meccanico di Motoaventura che senza il minimo dubbio mi indica la probabile causa del problema: la rottura dell'interruttore del cavalletto laterale che posso facilmente escludere facendo un cavallotto.
Fiducioso per le indicazioni ricevute ritorno sui miei passi, uniamo i fili e la moto riparte regolarmente.
Riprendiamo la strada per Coyhaique dove intendiamo pernottare, quando incrociamo un Pickup di Motoaventura, mandato da Sonia a controllare se avevamo risolto l'inconveniente. Nell'occasione facciamo la conoscenza di Thomas, un simpatico ragazzo tedesco di Monaco sposato con una Cilena che ha conosciuto durante un suo viaggio in moto di tre mesi in sudamerica. Lui è al seguito di un gruppo di 7 svedesi con gs 1200 che stanno facendo più o meno il nostro stesso itinerario. Ci diamo quindi appuntamento al loro hotel per bere una birra in compagnia ed eventualmente fermarci per la notte nel caso ci fossero camere disponibili.
Proseguiamo il viaggio sulle nostre leggere "motorette", con pochi cavalli ma forse proprio per questo facili da usare, sempre prevedibili nelle reazioni e tutto sommato abbastanza comode.
Da un paio di giorni stiamo notando perplessi una grande quantità di alberi morti. Ci sono anche intere foreste pietrificate che spuntano dalle acque cristalline dei numerosi laghi e corsi d'acqua. Continueremo a vederne per tutto il resto del viaggio senza che nessuno abbia saputo darci una spiegazione convincente sulla causa del fenomeno.
All'hotel di Coyhaique, piuttosto scadente ed anche caro, facciamo amicizia con gli svedesi che incontreremo più volte nel prosieguo del viaggio. Mangiamo un cordero non proprio tenerissimo in un ristorante del centro e poi ce ne andiamo a dormire.
Il mattino successivo ci svegliamo con il sole che entra dalla finestra ... finalmente il tempo è bello, non ci sono nuvole e per tutto il giorno avremo il sole.
Dopo Coyhaique la Ruta 7 (Caretera Austral) prosegue per 100 km su strada asfaltata bellissima superando un passo nella Riserva Nacional di Cerro Castillo dove possiamo ammirare alcuni condor che volteggiano maestosi sopra le nostre teste. Ci sono anche moltissimi cartelli che invitano a fare attenzione agli hemules (simili ai caprioli) che però non riusciamo ad avvistare.
A Villa Cerro Castillo, dove finisce l'asfalto, ci fermiamo a prendere un caffè in due vecchi autobus adibiti a bar gestito da due simpatiche ragazze. Facciamo anche la conoscenza di due ragazzi del posto che ci danno utili indicazioni sul percorso. La strada sterrata è ben tenuta e piuttosto veloce. Ancora boschi, fiumi, laghi, curve, salite e discese ... un vero paradiso per gli amanti del fuoristrada. Proseguiamo così fino a Puerto Rio Tranquilo, sul Lago General Carrera, dove rivediamo Thomas con il gruppo di svedesi. Da queste parti i villaggi e le pompe di benzina sono talmente rari che le tappe sono praticamente obbligate per chiunque.
Il Lago General Carrera è il più grande del Cile ed è bellissimo con dei riflessi turchesi che non avevo mai visto prima. Proseguiamo lungo la costa fino a Puerto Guadal dove ci fermiamo per la notte in attesa di decidere se entrare in Argentina per la via più breve attraverso il Passo Roballos o più a nord da Chile Chico costeggiando tutta la sponda orientale del lago. Sono le ultime due strade che portano in Argentina perchè poco più a sud, a Villa O'Higgins la Caretera Austral termina e non c'è più alcuna possibilità di proseguire. Peccato perché questa parte del Cile è magnifica, inoltre dovremo lasciare definitivamente la R.N.7 della quale sono rimasto affascinato e nel contempo stregato. Forse sarà anche per ciò che ho letto in precedenza sulle difficoltà e sull'enorme prezzo di vite umane richieste per la realizzazione di quest'opera faraonica voluta da Pinochet per unire gli sperduti villaggi del sud del Paese rimasti per decenni isolati.
Comunque noi, "ca va sans dire", ... sceglieremo la via più lunga.
A Puerto Guadal, paesino di 700 persone non ci sono hotel, così affittiamo una spaziosa cabana con 3 camere da letto per soli 45.000 pesos. L'unico ristorante del paese è chiuso ma troviamo ospitalità presso una folcloristica signora che si ingegna con semplici piatti per la gente di passaggio, che a suo dire è molto scarsa. Mangiamo una minestrina da ospedale condita con un'erba che credevo prezzemolo ma che invece si rivela disgustosa. Per secondo ... pollo lesso e riso in bianco per un totale di circa 25 euro in 3. Puerto Guadal è grazioso e molto caratteristico, le case sono tutte in legno con annesso un minuscolo giardinetto. Anche qui come altrove in Cile, tantissimi cani randagi.